Pagine

domenica 30 settembre 2012

L'Olio nell'alimentazione


Recenti studi sugli alimenti e sui processi nutritivi hanno chiarito le ragioni per cui alcuni cibi - tradizionalmente usati da decenni - si consumano ancora oggi. Tra questi, l'olio d'oliva occupa sicuramente un posto d'assoluta preminenza: prezioso, complesso e inimitabile, grazie ai suoi altissimi pregi si è meritato dai nutrizionisti la giusta fama di vero e proprio "elisir di lunga vita".

Le numerose proprietà biologiche di questo condimento, da millenni protagonista della tavola mediterranea, ne fanno un passe-partout indispensabile per la salute e un vero e proprio "alimento" adatto alle naturali esigenze di una dieta corretta, moderna e ben equilibrata.

Nell'attuale mondo dell'alimentazione, costituisce la sola sostanza grassa (vegetale) fluida ottima nell'uso "a crudo", in salse ed insalate, senza alcun pericolo; anzi, è proprio l'uso dell'olio d'oliva crudo che n'esalta appieno le sue inconfondibili caratteristiche di profumo e di sapore. E', inoltre, indispensabile nei cibi cotti della cucina italiana, perché contribuisce a fondere i sapori dei vari ingredienti della dieta mediterranea. L'olio d'oliva è consigliato anche per le occasionali fritture dei cibi, perché, anche in questo sistema di cottura ad alta temperatura, conserva una parte dei suoi acidi grassi (a differenza degli altri olii che li perdono del tutto).

Ha un contenuto ben equilibrato d'acidi grassi saturi ed insaturi che ne assicurano una facile digeribilità ed è per questo particolarmente indicato per la dieta degli anziani e per la crescita dei bambini.

Non solo, svolge un'importante funzione energetica, perché fornisce circa il 30% dell'energia di cui un organismo ha quotidianamente bisogno e mantiene le articolazioni "sciolte". L'apporto calorico dell'Olio d'Oliva è di poco più di 9 calorie per grammo (circa 115 per cucchiaio d'olio) come in qualsiasi altro olio vegetale. L'acido oleico - un acido grasso monoinsaturo - è tipico dell'Olio d'Oliva: ad esso è dovuta la benefica azione di controllo del tasso di colesterolo nel sangue. Gli altri suoi acidi grassi - quali i polinsaturi, detti anche grassi essenziali - sono contenuti nell'Olio di Oliva in proporzioni ottimali.

Per mantenere il corpo e la mente sani e in perfetta forma, oltre alle proteine, alle vitamine, agli zuccheri e agli elementi minerali (ferro, calcio, fosforo ecc.) è necessario ingerire normalmente anche altre sostanze, che l'organismo umano non sa sintetizzare: ecco che l'olio d'oliva risponde in modo ottimale anche a questa esigenza perché fornisce all'organismo sostanze antiossidanti (polifenoli, fitosteroli, clorofilla e carotenoidi, che esplicano un'importante azione protettiva) ed altri elementi indispensabili, in quanto aiuta ad assorbire ed a fissare le vitamine liposolubili A, D, E e K, nonché delle minute quantità di composti aromatici che danno il sapore ai cibi, compresa la frutta e la verdura.

Ricerche nutrizionistiche indicano anche che l'Olio d' Oliva ha una elevata digeribilità, attiva la funzione del fegato e favorisce il flusso biliare regolarizzando di conseguenza le funzioni intestinali. Alla naturale leggerezza e genuinità, l'olio d'oliva aggiunge anche le sue accertate virtù terapeutiche: il consumo abituale della spremuta d'olive infatti, può aiutare non solo a prevenire i tumori del colon e della mammella, ma anche a prevenire le malattie cardiovascolari, quali l'infarto, l'arteriosclerosi ecc. L'Olio di Oliva occupa un posto sempre più importante nella cucina di Paesi che non ne sono abituali consumatori proprio per i suoi effetti "medicamentosi" e salutari.
Olio d'oliva, quindi, per riscoprire l'antico piacere della buona tavola, con in più il gusto e la leggerezza di una alimentazione sana e corretta.

Composizione chimica dell'Olio


 E' noto che le caratteristiche di un olio d'oliva dipendono da molti fattori: cultivar, ambiente pedo-climatico, sistema di coltivazione, epoca e sistema di raccolta delle olive, tecnologia e modalità di trasformazione, e conservazione del prodotto.
Gli olii d'oliva si differenziano sia per caratteristiche organolettiche (aroma, odore, sapore), sia per le caratteristiche chimiche (composizione, acidità, ecc.). Molti di questi fattori che influenzano la qualità di un olio non sono modificabili (per esempio condizioni pedo-climatiche), poiché tipici di un determinato luogo, altri invece possono essere facilmente adattabili, come le tecniche colturali e modalità di estrazione. Pertanto, per produrre un olio eccellente bisogna individuare ed evidenziare, le caratteristiche organolettiche e chimiche migliori, degne di attenzione da parte del consumatore.
L'olio d'oliva è un grasso che si presenta allo stato fisico liquido a temperatura ambiente (20°C), ed è costituito da un punto di vista chimico per il 98-99% da una miscela di trigliceridi detta frazione "saponificabile" e per il rimanente 1-2% da un insieme di composti che rappresentano "insaponificabile".
Gli acidi grassi più rappresentati sono:
  • Monoinsaturo Acido Oleico:  È un solido che fonde a 16 °C. A temperatura ambiente si presenta come un liquido di aspetto variabile da incolore a giallastro e dall'odore caratteristico. Sotto forma di trigliceride è un componente importante dei grassi animali ed è il costituente più abbondante della maggioranza degli oli vegetali. L'acido oleico rappresenta il 75% circa degli acidi dell'olio di oliva. La percentuale di acido oleico libero presente nell'olio di oliva determina la sua acidità e conseguentemente la sua denominazione. Affinché l'olio di oliva si possa considerare extravergine, è consentita una percentuale di acido oleico libero non superiore a 0,8% del peso totale. Come componente di fosfolipidi è presente in importanti strutture biologiche, quali le membrane cellulari e le lipoproteine.
  • Polinsaturo Essenziale Acido Linoleico: Si presenta come un liquido incolore, con punto di fusione -5 °C. L'acido linoleico è presente in tutti gli oli vegetali ed è abbondante in molti di questi, tra cui in particolare nell'olio di semi di Cannabis, l'olio di cartamo e l'olio di girasole, ma anche, in minor misura, l'olio di mais, l'olio di soia, nella pianta di caffè verde e altri. È presente anche in alcuni grassi di origine animale. L'acido linoleico è uno degli acidi grassi essenziali e appartiene al gruppo degli Omega 6.Viene studiato il suo ruolo (in alcuni casi accertato, in altri solo ipotizzato) nella prevenzione o nel trattamento di diverse malattie, tra cui infarto, cancro, diabete, fibrosi cistica. Sembrerebbe inoltre che tale acido grasso sia implicato nell'abbassamento della colesterolemia, agendo sull'assorbimento intestinale di questo.
  • Saturi Palmitico: È uno degli acidi grassi saturi più comuni negli animali e nelle piante. È un solido bianco che fonde a 63,1 °C . Il nome deriva dal fatto che si trova nell'olio di palma, ma è contenuto anche nel burro, nel formaggio, nel lattee nella carne. L'acido palmitico è il primo acido grasso prodotto durante la sintesi degli acidi grassi e da esso possono essere prodotti acidi grassi a catena più lunga. Alcuni derivati dell'acido palmitico sono stati usati durante la seconda guerra mondiale per produrre napalm.
  • Acido Stearico: È un acido carbossilico che temperatura ambiente      (25 °C) si presenta come un solido, a scaglie bianche più o meno grandi, dall'odore rancido. Insolubile in acqua, poco solubile in alcol, solubile in acetone ed etere. Insieme all'acido palmitico forma la stearina utilizzata per la produzione di candele e sapone.
Gli acidi grassi insaturi, di cui è ricco in giusta misura così come richiesto dalla moderna dietologia, contengono  tra i costituenti minori, ma non per questo meno importanti:
  • Beta-carotene(provitamina A): Il carotene è una provitamina terpenica contenuta nelle carote e in numerosi vegetali a cui conferisce colorazione rossa o arancio. Dal suo metabolismo si producono due molecole di vitamina A.
  • Tocoferoli (vitamina E): Nell'olio d'oliva i tocoferoli sono presenti con le forme α, β, γ e δ. Il 90% della componente tocoferolica è nella forma α, che è anche quella biologicamente più attiva e nota come vitamina E.       I tocoferoli sono antiossidanti naturali che inibiscono il processo di irrancidimento del prodotto, e per svolgere questa funzione protettiva occorre che il rapporto tra quantitativo di vitamina E (mg) e quello di acidi polinsaturi (g) non sia inferiore a 0,79 mg/g;
  • Composti fenolici, ecc.  una serie di sostanze antiossidanti (importantissime sia per la conservazione dell'olio, che per l'aspetto nutrizionale ed antinvecchiamento (antagonisti dei radicali liberi). I composti fenolici dell'olio d'oliva differiscono da quelli contenuti nelle olive, e il loro aspetto quali-quantitativo è fortemente condizionato dalla varietà, stadio di maturazione al momento della raccolta e dal processo di estrazione. Infatti, essendo idrosolubili, durante il processo di estrazione una parte consistente di polifenoli viene allontanata con le acque di vegetazione; inoltre è noto che le azioni enzimatiche che avvengono durante l'estrazione determinano la scissione in molecole più semplici rispetto a quelle che si trovano nell'oliva. Gli oli di oliva vergine ed extra-vergine comunque sono gli unici grassi vegetali che contengono naturalmente quantità apprezzabili (50-500 mg/kg) di sostanze fenoliche; il riferimento agli olii vergini non è casuale perché qualsiasi tipo di manipolazione chimica di rettificazione si compia su questo prodotto non può che distruggere completamente il atrimonio fenolico naturale.
    Il potere antiossidante dei polifenoli, evidenziato da alcuni studiosi, ha consolidato l'importante ruolo che questi composti svolgono sulla stabilità dell'olio d'oliva; la letteratura è ricca di informazioni che mettono in rilievo la correlazione positiva tra quantità di polifenoli totali in oli vergini e la resistenza nel tempo all'ossidazione (periodo di induzione). Inoltre, studiosi hanno evidenziato l'azione sinergica tra polifenoli e α-tocoferoli (vitamina E) sulla stabilità dell'olio d'oliva vergine;
  • Fitosteroli importanti altresì  per la loro azione regolatrice sull'assorbimento del colesterolo.
Altri costituenti minori dell’olio d’oliva
  • Pigmenti colorati: essi impartiscono le colorazioni caratteristiche all'olio d'oliva, essi sono rappresentati da clorofille e carotenoidi. Le clorofille di tipo a e b conferiscono agli oli appena estratti il colore verde intenso, possono oscillare tra 0 a 10 ppm, e anch'essi variano in relazione alla cultivar ed allo stadio di maturazione dei frutti. Queste sostanze meritano attenzione poiché in presenza di luce agiscono sull'olio come proossidanti, mentre al buio, in sinergia con i fenoli lo proteggono dall'ossidazione;
  • Alcoli: nell'olio si trovano alcoli alifatici ed alcoli triperpenici, essi si trovano esterificati nelle cere ed hanno una grande importanza analitica, per l'individuazione degli oli ottenuti mediante estrazione con solvente oppure mediante pressione meccanica;
  • Altri elementi secondari: Si tratta di aldeidi, terpeidi, esteri, chetoni, ecc. che influenzano la nota aromatica dell'olio e quindi composti coinvolti nella sua valutazione edonistica.

L'olio extravergine di oliva, per le sue doti peculiari e per la sua bassa acidità (0,00~0,50%), è il miglior tipo di condimento da usarsi a crudo.

L'elevato contenuto di acidi grassi monoinsaturi rappresenta l'elemento distintivo dell'olio d'oliva rispetto agli altri grassi di origine vegetale.L'olio di oliva e l'olio di sansa di oliva, essendo miscele di oli raffinati e oli vergini, presentano alcuni componenti tipici degli oli vergini in percentuali inferiori.

 
 
 
 
   
     


 

Scheda Tecnica Dell'Olio d'Oliva



Liquido untuoso che va dal giallo al verde secondo le cultivar (tipo di olive)
Un litro pesa da 910 a 916 gr.
Punto di fusione: dai 5° ai 7° C
Punto di solidificazione: verso + 2° C
Temperatura critica: verso i 210° C
Punto critico dei principali grassi:
Olio d'oliva: 210° C
Strutto: 180° C
Grasso di frittura: Intorno ai 180° C
Margarina: 150° C
Burro: 110° C
Acidità: variabile
Olio extra vergine di oliva: da 0 all'0,80% max
Olio di oliva vergine: dall'0,80 al 2%
Olio di oliva vergine corrente: da 2,00 al 3,3%
Quando l'acidità è superiore o il gusto è difettoso qualunque sia il suo grado di acidità, l'olio si "raffina"
Composizione:
99% di lipidi (900 calorie per 100 gr.)
Vitamina E (da 3 a 30 mg.)
Provitamina A (carotene)
Acidi grassi saturi: dall'8 al 23,5%
Acidi grassi insaturi: dal 75,5 al 90,5%
Acidi grassi monoinsaturi (oleico): dal 56 all'83%
Acidi grassi polinsaturi (linoleico): dal 3,5 al 20%
Acidi grassi polinsaturi (linolenico): dallo 0 all'1,5%
Indice di saponificazione:
Olio di oliva "vergine" o "raffinato": 184-196
olio di sansa di oliva raffinato: 182-193
Indici di iodio comparati degli vegetali (limiti inscritti nella Norma Alimentarius raccomandata internazionalmente)
olio di oliva "vergine" e "raffinato": 75-94
olio di sansa di oliva "raffinato": 75-92
Per gli altri oli vegetali commestibili: olio di arachide: 80-106
olio di girasole: 110-143
olio di soia: 120-143
olio di cotone: 90-119
olio di granoturco: 103-128
olio di colza: 94-120
olio di sesamo:104-120

Il frutto

L'oliva è una drupa di forma ovoidale dal mesocarpo polposo, ricco di lipidi, ed è di dimensioni variabili. L'epicarpo resta molto appiccicato al mesocarpo (o polpa). A maturazione l'epicarpo passa dal colore verde tenero (oliva verde) al colore violetto o rosso (oliva cangiante) e poi alla colorazione nerastra (oliva nera). I
frutti pesano da 2 a 8 grammi e maturano a partire da ottobre; contemporaneamente al viraggio del colore si svolge la maturazione o "inolizione", durante la quale nella polpa diminuisce il contenuto di acqua, zucchero e acidi e aumenta quello dell'olio. L'endocarpo è costituito da un nocciolo fusiforme, molto duro, che protegge un solo seme di albume cellulare: la mandorla. Questo nocciolo è di forma molto variabile e caratteristico della varietà da cui proviene.

Composizione media di un'oliva:
Olio 15-20%
Acqua 30-60%
Zuccheri 19%
Fibra 5,8%
Proteine 1,6%
Ceneri 1,5%

Il 96-98% dell'olio è contenuto nella polpa, mentre solo il 2-4% è contenuto nel seme.

Composizione media degli Acidi Grassi:
Monoinsaturo Acido Oleico 78-83%
Polinsaturo Essenziale Acido Linoleico 6-9%
Saturi Palmitico 8-15%
Stearico 1,5-3%

La naturale presenza della Vitamina "E", cui viene riconosciuto il ruolo di nutriente e antiossidante naturale, e il giusto apporto di acidi grassi monoinsaturi e polinsaturi, fanno dell'Olio Extravergine di Oliva un prodotto dietetico insostituibile.
Valore medio di Vitamina "E" in 100 g di olio: 19 mg

Luoghi comuni, pregiudizi e verità sull'Olio Extravergine d'Oliva E.V.O.

Ecco un elenco più o meno completo dei diversi luoghi comuni sull’olio di oliva E.V.O.. Il nostro scopo è di cercare di confermarne o meno la fondatezza.



FALSO

- che l’olio di oliva sia più grasso dell’olio di semi.
In realtà, tutti gli oli contengono la stessa quantità di grasso (99%) e apportano ± 9 chilocalorie per grammo e quindi non fa ingrassare più dell’olio di semi, al contrario, essendo più saporito e viscoso da una maggiore soddisfazione al gusto e bastandone una minor quantità ci consente anche di risparmiare.
- che l’olio dietetico o l’olio light non facciano ingrassare.
L’olio dietetico è un olio addizionato con vitamine e altri componenti essenziali (molti già presenti e caratteristica fondamentale degli oli di oliva).
L’olio light presenta una colorazione non troppo intensa, che all’apparenza da una sensazione di bassa densità.
L’apporto calorico-energetico è identico per tutti gli oli (compresi quelli di semi) e l’assunto secondo cui ad una colorazione più “carica” corrisponderebbe un olio più “pesante”, e perciò meno digeribile, è assolutamente falso.
- che il sistema migliore di estrazione sia quello tradizionale per pressione.
In effetti i moderni sistemi di estrazione a centrifugazione o a percolazione, se ben gestiti, possono produrre oli di miglior qualità rispetto ai sistemi tradizionali anche perché non permettono scambi con moliture precedenti.
- che l’olio spremuto a freddo è una tipologia particolare.
Le buone norme di lavorazione impongono, durante tutte le fasi del processo produttivo, il mantenimento di temperature più basse possibili (la temperatura di lavorazione della pasta di olive con un sistema tradizionale è di circa 18-22 °C, mentre con il sistema a centrifuga è di circa 25-28°C), fermo restando che una lavorazione assolutamente a freddo è impossibile, in quanto già il processo meccanico di frangitura crea calore; l’aggiunta di acqua molto calda può alterare le componenti del bagaglio organolettico (profumi e sapori) del prodotto. Comunque, se pressiamo “a freddo” delle olive scadenti, avremo un olio extra vergine di oliva ottenuto con “spremitura a freddo” ma sicuramente di scarsa qualità.
- che l’olio vergine di prima spremitura sia particolarmente pregiato.
In effetti la definizione “prima spremitura a freddo” significa soltanto che si tratta di un olio "vergine", ma è sempre possibile che il risultato di una prima spremitura sia un olio cui mancano i titoli per rientrare nella categoria degli extravergini.
- che per un litro di olio extravergine siano necessari circa 5 kg di olive. Mediamente l’olio ottenuto dalle olive corrisponde al 20% in peso, con variazioni dipendenti dalla cultivar, dall’epoca di raccolta, dalla carica produttiva, dall’andamento stagionale, dal sistema di estrazione, ecc..
- che il colore dell’olio ne determina la qualità.
I degustatori professionali usano un bicchierino colorato proprio per non lasciarsi influenzare dal colore.Il colore verde con riflessi gialli più o meno intensi, dipende esclusivamente dalla cultivar, dal grado di maturazione e dal processo di estrazione.
Il colore dell’olio è indice di alterazione soltanto in presenza di riflessi rossastri, (l’olio si è deteriorato perché non è stato conservato al riparo dalla luce).
- che l’extravergine italiano è il migliore nel mondo. Vero e falso.
In alcune zone (Umbria, Toscana, Puglia, ecc.), grazie alle particolari cultivar, all’ambiente, alle tecniche colturali e di estrazione, si possono ottenere degli oli che sono il“top”. Attenzione perchè nelle stesse zone, non rispettando le regole di una produzione di qualità, si ottengono oli difettosi.
In diverse parti del mondo è possibile ottenere un olio di qualità.
- che la qualità dipende solo dal sistema di estrazione.
Molti i fattori che determinano la qualità di un olio. I più importanti sono: l’ambiente, la cultivar, la tecnica agronomica, l’epoca e il sistema di raccolta, la durata e le modalità di conservazione delle olive, la tecnologia di trasformazione e la modalità di conservazione dell’olio.
In sintesi, un olio pregiato si ottiene scegliendo adeguatamente l’ambiente di coltivazione e le cultivar, evitando attacchi parassitari, raccogliendo le olive nel periodo ottimale (novembre), effettuando la raccolta delle olive dall’albero e non a terra, mettendo le olive raccolte in cassette di plastica forate e non in sacchi, conservandole in ambienti freschi e ventilati, molendole entro 24-48 ore e gestendo adeguatamente i sistemi estrattivi, curando in particolare l’igiene, il limitato contatto con l’ossigeno ed il controllo delle temperature.
- che dopo pochi mesi l’olio perde le sue caratteristiche qualitative.
Un olio va preferibilmente consumato entro 12-15 mesi, poiché dopo tale periodo perde i principali pregi organolettici (colore, sapore, aroma, ecc.), tuttavia, soprattutto se l’olio deriva da cultivar caratterizzate da elevato contenuto in polifenoli, se la raccolta è stata fatta nel periodo ottimale e se la conservazione è stata adeguata, l’olio può mantenere elevate caratteristiche qualitative anche per un anno e mezzo.
- che i migliori contenitori per l’olio sono quelli in terracotta.
I migliori contenitori sono quelli in acciaio inossidabile. Ottimi sono anche i contenitori in vetro opachi (cioè non trasparenti alla luce). È preferibile che la forma dei contenitori abbia il fondo e la bocca più stretti della parte centrale, in modo da ridurre la superficie di contatto rispettivamente con le morchie e con l’aria. Sono da evitare i contenitori in materiale sintetico perché questi trasmettono facilmente il loro odore all’olio.
- che l’olio di oliva non va bene per le fritture.
In effetti è uno dei migliori per le fritture anche se certamente più costoso. Infatti, resiste a temperature molto elevate senza bruciare (punto di fumo) e quindi senza produrre composti tossici. La pubblicità insiste molto sugli oli di semi che garantirebbero fritture“leggere”, ma questo non ha riscontri con la realtà.
- che la torbidità di un olio è indice di scarsa qualità.
Negli oli di oliva di buona qualità (extravergini e vergini), la torbidità, se l’olio non è stato sottoposto a filtraggio spinto, è un fenomeno naturale che con il tempo tende a ridursi. Sul fondo del contenitore, si forma un deposito di morchia che si consiglia di eliminare con un travaso.
- che un olio che “pizzica in gola” ha un’acidità alta.
L’acidità dell’olio non è percepibile al gusto, ma si può determinare solo con apposita analisi in laboratorio. La sensazione di “pizzicore” (piccante) è, invece, una caratteristica positiva dell’olio, caratteristica in prodotti giovani, in quanto connessa alla presenza di sostanze salutari antiossidanti (polifenoli e tocoferoli), e la sua intensità dipende essenzialmente dalla cultivar, dall’epoca di maturazione, dal sistema di estrazione e dalle modalità e durata di conservazione dell’olio. La medicina attribuisce a tali sostanze un ruolo fondamentale contro l’invecchiamento delle cellule


VERO

- che l’olio d’oliva fa bene alla salute.
Protegge cuore ed arterie, rallenta l’invecchiamento cerebrale, previene l’arteriosclerosi, abbassa il livello di colesterolo “cattivo” (LDL) e incrementa il colesterolo “buono” (HDL o “spazzino delle arterie”), protetto dagli acidi grassi monoinsaturi di cui è ricco l’olio d’oliva, previene l’insorgere di tumori e il deterioramento delle cellule. L’olio di oliva, che per la sua composizione acidica è simile al latte materno, è da sempre consigliato nello svezzamento dei bambini ed è utile nella vecchiaia perché favorisce l’assimilazione del calcio e la sua mineralizzazione, prevenendo l’osteoporosi. Il riconoscimento delle migliori proprietà nutritive dell’olio d’oliva rispetto ai grassi animali ha poi generato l’equivoco che ogni grasso di origine vegetale sia buono e faccia bene. Il risultato è che alcuni sostituiscono la margarina al burro (in realtà quest’ultimo meno calorico dell’olio perché contiene acqua, ma presenta altri svantaggi) credendo di tutelare la propria salute. La margarina è prodotta idrogenando oli vegetali, rendendo cioè saturi i legami doppi degli acidi grassi attraverso l’assorbimento di idrogeno. In tal modo il beneficio che gli oli vegetali portano alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, legato soprattutto alla presenza di acidi grassi mono e polinsaturi, viene totalmente azzerato. Un altro errore molto diffuso è credere che il miglior stile di vita da seguire, per prevenire l’aumento del colesterolo ed in generale per godere di buona salute, sia l’adozione di una dieta il più possibile povera di grassi: un’alimentazione a basso tenore di grassi tende ad abbassare sia il colesterolo buono sia quello cattivo, con un evidente scompenso della funzionalità corporea.
- che non tutto l’olio classificato come “olio d’oliva” sia di qualità elevata.
Perché spesso è ottenuto da un taglio di olio d’oliva rettificato e di oli d’oliva vergini diversi dall’olio lampante, la cui acidità espressa in acido oleico non può eccedere 1,5.
L’olio d’oliva con caratteristiche eccellenti è, invece, l’olio extravergine.
- che gli oli DOP (Denominazione di Origine Protetta) offrono elevate garanzie di qualità.
Il riconoscimento D.O.P. viene assegnato dalla Comunità Europea a quegli oli prodotti in determinate zone che rispettano un disciplinare di produzione molto rigido, garantendo così sia caratteri di tipicità che standard qualitativi molto elevati. Possono fregiarsi del D.O.P. gli oli prodotti su tutti i territori dei paesi della Comunità Europea. Il riconoscimento D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata), invece, è un riconoscimento valido solo sul territorio nazionale.
- che l’epoca di raccolta delle olive influenza fortemente la qualità dell’olio.
Da olive raccolte a maturazione iniziale (fine ottobre, inizio novembre), si otterrà un olio con caratteristiche organolettiche più fruttato, più amaro e più piccante.
Da olive raccolte a maturazione inoltrata, invece, si otterrà un olio meno fruttato e meno amaro.
Inoltre, l’olio ottenuto da olive raccolte a maturazione iniziale sarà più ricco di sostanze antiossidanti (polifenoli) che aumentano stabilità e conservazione.
- che l'Acidità è un indicatore di qualità
L’acidità è un parametro che indica la percentuale di acido oleico in un olio ed è il principale indicatore della qualità. Più alto è il suo valore, più scadente è la qualità del prodotto. L'acidità è conseguenza diretta del rilascio degli acidi grassi dovuto al fenomeno dell’idrolisi dei gliceridi, ed è un parametro qualitativo definibile solo mediante analisi di laboratorio. È il parametro che consente di valutare le eventuali alterazioni che le olive e l’olio da esse ricavato subiscono durante la raccolta, il trasporto e il processo di trasformazione. Inoltre, la sua valutazione permette la classificazione merceologica degli oli. La determinazione dell’acidità si effettua in laboratorio ed è un’analisi semplice che, ormai, quasi tutti i frantoi possono eseguire in autonomia. Per la definizione puntuale del concetto di acidità libera è importante evidenziare che gli oli extravergine d’oliva sono costituiti dal 98–99% di trigliceridi cioè esteri formati da glicerina e acidi grassi. Una parte di questi ultimi, tuttavia, rimane allo stato libero non combinandosi con la glicerina determinando, appunto, l'acidità del prodotto. Tali acidi grassi liberi nell'olio possono aumentare se agisce un enzima specifico chiamato lipasi che si trova nel frutto e il processo può attivarsi soprattutto se la drupa ha subito lesioni cellulari (attacco di insetti, lesioni durante la raccolta e il trasporto, cattive condizioni agro ambientali). L'attività enzimatica della lipasi è inoltre favorita da temperature piuttosto alte, comprese tra i 30°C ed i 40°C. Pertanto, si può concludere che, il grado di acidità di un olio è fortemente condizionato dallo stato sanitario delle olive, dalla tecnologia di raccolta, dal tempo di stoccaggio, dalla tecnologia di trasformazione adottata (ad es. elevate temperature di gramolazione) e dalla cura riposta dagli operatori nel trattamento e nello stoccaggio del prodotto. È classificabile come Olio Extravergine d’oliva un olio con contenuto di acidità libera inferiore a 0,8 gr/litro. 
- che un chilogrammo di olio è più di un litro di olio.
Il peso specifico dell’olio a 15 °C è di 0,915-0,919 (kg/m3), pertanto un litro di olio ha un peso di 915-919 g.

venerdì 7 settembre 2012

I nostri Oli mantengono nel tempo ....



Riceviamo e pubblichiamo con orgoglio questa mail ricevuta dall'organizzazione ASSAM (Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche) che, in occasione della 36° Fiera di Puegnano del Garga (Bs), ci comunica e attesta che i nostri prodotti non hanno subito modifiche organolettiche e/o sensoriali dalla data di produzione.

 Clickare sull'immagine per ingrandire
 Email ASSAM